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Oh gran bontá, che il Fabro delle stelle,
che il Pastor d’infiniti armenti e gregge
e Chi fe’ le ricchezze e che a noi dielle,
vorria compir la da sé ordita Legge
35e non da offrir ha tanto, eh’ad un basso
commune stato in parte almen paregge !
Io l’asinelio ad un cert’uomo lasso
con l’altre coselline; poscia insieme
nel tempio andiamo tutti passo passo.
40Or fra le rare grazie e piú supreme
una qui fece l’alto Padre al figlio
d’un giusto sacerdote, che Dio teme.
Questi era Simeon, che, del consiglio
alto celeste non ignaro, attende
45anch’esso il Redentor del lungo esiglio.
Lo Spirto santo è in lui, dal quale intende
eh’è il gaudio d’Israel tant’anni atteso,
e che il Signor del tempio al tempio ascende.
Egli, giá di cent’anni, tutto acceso
50era di pur veder il suo Signore
prima che l’alma in morte avesse reso.
Ebbe tal grazia, ed ora a noi vien fuore
dei sacri penetrali, piú che puote
frettando i passi, con senil tremore.
55Vien, dico, l’imbattuto sacerdote,
di quei che con roncigli alle caldaie
non fanno assalto e l’han di carne vote;
di quei, ch’aver non aman le primaie
catedre mai, né come bei pavoni
60tránno le code gloriose e gaie.
Viene a noi, contra, un di quei rari e buoni,
ch’aspetta Cristo, come dee aspettarlo,
nel tempio, non in speco di ladroni.
Vien fedel servo e giusto ad incontrarlo
65col ceto di buon’opre, non di pompe,
fasti ed onori e altezze, e fuggir fallo.