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Sta Gabriel con modi onesti e gai
pronto del suo Signore ad esser noncio,
105ed ha di perle ed òr pennati i rai.
Vi è quel dal nome al medicare acconcio,
qual volta o questa o quella gente caggia
di lame, guerra e peste in qualche sconcio.
Ed Uriel non men degli altri raggia,
110forte compagno, e nuda tien la spata;
batte chi Dio biaslema e chi l’oltraggia.
Sembianza grave, appariscente, ornata
rispondevi d’uti altro, il qual, orando,
l’orazion fa con bel dir piú grata;
115e quel, che ha propria cura e studio quando
remunerar si debbe i merti altrui,
ch’or manda in ciel, or nell’eterno bando.
Anco vi è Barchiel, le imprese cui
preste fian sempre in dar soccorso all’alme
120che non caggian da luce a’luoghi bui.
L’ultimo, apportator d’allori e palme
a chi mai dureranno ne’ conflitti,
ripon in ciel molte onorate salme.
Stavano in quelle gioie assorti e ritti,
125sponendomi fra tanto il buon pastore
gli ordini, nomi e qualitá c’ho scritti.
Di bianco, verde ed ogni bel colore
spiegando l’ale ornate la piú parte,
lodan cantando il sommo Imperadore;
130parte ancor, finta con mirabil arte,
di volti di fanciulli tra quattr’ale,
di stucco fatte e rappicciate carte;
ma tanto presso al vero e naturale,
che solo il fiato alle lor bocche manca
135per far con gli altri il canto musicale.
Quell’alto padre alla man destra e manca
raggi splendenti avea di tanto acume,
ch’ogni vista mirando vi era stanca:
or che sarebbe al ver divino lume?