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eh’ove diffidi venghi un poco il passo,
o ch’egli intoppa o ch’egli addietro torna,
105standosi nel suo termine e compasso.
Può assai tacendo, eh’alte ha giá le corna;
e, quando parla, è mozzo; ché il dir lungo
l’augello il fa che del pavon s’adorna.
Alfine, acciò sia detto ch’io ben pungo
no tant’uomo dotto, questo a dir vi basto:
ognun, che il vede, chiama: — Ecco un bel fungo! —
Questo medesmo a quell’ebraico fasto
per troppa opinion di lor travenne:
or ecco da chi sconcio vien e guasto.
115Erode, come dissi, non sostenne
che si levasser quei tre bianchi cigni
a quelli corvi, c’han d’altrui le penne.
Seder doveano aneli’essi, ch’a ciò digni
lor grado ’i fa; ma sempre onrar spreggiamo
120quei, la cui vita dai maggior traligni.
— Signor — disser, — al vostro imperio, abbiamo
delle Scritture assai visto e rivisto
fin a quest’or dal padre nostro Abramo.
Dubbio non è, ch’occulto ed imprevisto
125gli oraeoi molti e le sentenzie molte
dicon che in Betleém dé’ nascer Cristo;
e ch’Ei si grande fia, ch’andranno accolte
le nazion sotto il suo magno impero.
Se questo è ver, son giá le carte sciolte.
130Sciolte le carte son, se questo è vero;
e vero esser pensiam, ché Dio non mente;
poi v’ha degli anni l’osservar intero. —
Erode al lor, che stringersi entro sente
man fredda il cuor, si volge ai santi maghi
135e disse, in volto al duol non rispondente:
— Che indizio avete voi, che cosi vaghi
siete di ritrovarlo, ch’un re tale
sia nato, e oscuro star par che s’appaghi? —