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In quel d’Àbramo fra’ piú cari petti
fu posto un tal mistier con giuramento,
30ch’avesse a uscir nei nostri giorni eletti;
acciò che a Lui noi, fuora di spavento
sendo da chi perseguon noi giá sciobi,
serviamo lieti e con pensier intento;
acciò che, in fede ed opre giuste involti,
35ci appresentiamo al suo benigno aspetto
in tutti i nostri giorni, non che in molti.
Ma tu, mio figlio, ch’or sei nato, detto
sarai quel dell’Altissimo profeta,
ch’anderá sempre innanzi al suo cospetto,
40per dare alla sua plebe immonda e vieta
nel puzzo de’ peccati la certezza
di lor salute, vita onesta e lieta.
Cosi di Dio le viscere dolcezza
di pietá mosse, eh’Esso, d’alto sceso,
45visita noi, consola, incende, apprezza.
Il vero Sol d’Oriente vien acceso,
per l’ombre sciòr col raggio suo vivace
di morte a chi stan sotto il loro peso.
E cosi ognun di noi, ch’or palpa, or giace
50in tenebre, giá scosso a tanto Lume,
drizzi le perdut’orme in via di pace! —
Cosi il buon Zaccaria, c’ha per costume
il profetare, alle sonore corde
sciolse di lingua ed alto stile un fiume.
55Dico, poi ch’alia moglie sua concorde
fu di nomar Giovanni il figlio loro,
apri la bocca muta e orecchie sorde,
e diede a noi quella canzon, che d’oro
lassuso è scritta, e noi quaggiuso sparsa
60l’abbiam di cantatrici in piú d’un coro.
Era quella stagion fiammata ed arsa,
che il sol verso Leon va tardo e pegro,
stride la cicadetta e l’ombra è scarsa.