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Vergine, dico, e tal non unque udita,
del suo parto gentil figliola e madre,
ch’alluma e adorna l’una e l’altra vita.
70— O bellezze — dicea, — alte e leggiadre
di quella santa e delle grazie piena,
cui sará figlio il Figlio del gran Padre!
Io vo delle Scritture per l’amena
spiaggia cercando or questa or quella parte;
75trovo del vivo fonte alfin la vena.
Trovo che il suon dell’onorate carte
non cessa dir, che intiera ninfa e pura
conciperá di fuor natura ed arte.
Beata lei, che d’ogni creatura
80l’Autor partorirá dopo il concetto
senz’atto umano e genital mistura! —
Cosi volgea nel suo candido petto,
quand’improviso, di gran luce infuso,
ecco l’angel con lieto e grave aspetto
85entra, quantunque l’uscio sia rinchiuso,
quantunque ratturato sia il soggiorno,
dove or col libro asside ed or col fuso.
Egli è da capo a piè di stelle adorno,
delle celesti nozze mediatore:
90men luce il sol di lui sul mezzogiorno.
Or, con saluto e chino pien d’onore
e un ramo in man di gigli, disse: — Ave
Maria, di grazia e dentro piena e fuore!
Voi siete quell’onestá donna e grave,
95in cui Virtú divina entrar s’assetta,
com’io qua entrai pur senza oprarvi chiave:
voi siete quella diva, sola eletta
fra l’altre donne, in cui del grembo vostro
sia il Frutto, e voi con esso benedetta! —
100A quel sprovisto sole, assai del nostro
Febo maggiore, impallidi la diva,
poi venne ai detti qual piropo ad ostro.