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Ma non fia mai che tanta gente possa
caper in grembo di si poca terra,
qualor si sia per alloggiarvi mossa.
Per tanto io, come quello il qual non erra
65far, ’nauti gli sia detto, alcun servigio,
in cui desio d’onor sempre si serra,
mirando il nostro albergo alcun vestigio
d’albergo non aver, anzi piú presto
ruina di vecchiezza o per litigio,
70e che il volgo scortese e poco onesto
ivi verria com’a comun ostello
per far le cose sconce, a che è ben presto,
piglio non molto esperto l’asinelio,
e, degli arnesi suoi messolo in punto,
75corro a ventura ov’era un valloncello.
Del quale alla piú ascosa banda giunto,
quel che giammai non feci allor m’è caro
prender di far, almen ch’io so, l’assunto.
Qui stringo di materie un fascio varo,
80come di canne, verghe e molte cose
atte, a’ bisogni, a farne alcun riparo.
Io me le porto alle mie gemme ascose,
per anco piú celarle, acciò proposte
non siano a’ porci ed a somier le rose.
85Torno tre volte e quattro, e mai le coste
non punsi a quel gentil conoscitore
delle ricchezze nel suo strame ascoste.
Ben esso e il suo compagno, al fiato e odore,,
al vero istinto naturai, in scorno
90d’Israel, ebber cónto il lor Fattore.
Di che non voglio ch’entro a quel soggiorno
venga uomo alcuno, e della selva presa
compono un tetto e l’armo d’ogn’intorno.
Sol un usciol vi lascio in quell’impresa:
95del resto ogni pertugio in modo chiusi,
ch’avemmo d’abitar senz’altra spesa.