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CANTO XXIX

Dichiarazione di tutti li misteri della passione del Salvatore,
che nella nativitá sua apparsero.
Stavami astratto e poco lieto, insieme
con dieci miei compagni, presso alquanto
a quello a noi troppo onorevol Seme.
Io, pur carnale, non frenava il pianto,
5perduto avendo il mio padre Palermo,
per cui grazia mi fu di veder tanto.
Ma, quando in quel soggiorno inculto ed ermo
starmi vedea con Dio fra la sua corte,
oh quanto a quel gran duol m’era di schermo!
io Giá quelli c’han le insegne della morte
un cerchio intorno fanno, ed il lor centro
era. il Bambin, che dorme molto forte.
Io, fra cotant’onor trovarmi dentro
vergognando, fuor n’esco; ma, da loro
15preso per man, nel circolo rientro.
La Vergin Madre, a tanto concistoro
chinando il capo, stassi ritta in piede
con gli occhi e cuore intenti al suo Tesoro.
Essi, ch’aveano a lei la prima sede
20giá fabbricata nell’eterna pace,
l’onoran come lei che piú alta siede.
Questa di sopra all’altre ardente face
tanto piú di gran lunga in l’alta gloria
sede in idea, quant’or piú bassa giace.
25Tal don le avvenne sol per la vittoria
ch’ebbe, sendo Ella scelta ad esser Madre
di Dio contro l’orgoglio e cieca boria.
Non ebbe un fregio tal, perché dal Padre
fosse antemessa a mille oneste e mille;
sola umiltá l’alzò su l’alte squadre.
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