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Il presepio del nostro Salvatore. Gli stranienti della passione sua.
La morte e sepoltura di Palermo.
Palermo, il vecchio saggio, assai piú trema
di quel che per vecchiezza, avendo a gire
innanti alla Virtú del ciel suprema.
Scorgeva gli altri, quando il gran desire
5Io sprona ed urta, e quando il gran rispetto
raffrena e sulle piante il fa stupire.
Ed io, che il cuore avea non cosi netto
come aver dessi a tanto assalto, molto
piú d’esso palpitar mi sento il petto,
io Stavami dietro a lui tutto raccolto,
coi sensi in un pensier legato e chino,
né punto ardir avea d’alzar il volto.
Lontano era pur anco il matutino.
Le nondimeno angeliche lanterne
15scoprian ai piè l’oscuro assai cammino.
Trovamo alfin le vive, sante, eterne
gioie dell’alto incomprensibil Nume
giacer in rotte e squallide caverne.
Ahi troppa mia fidanza, che presume
20dir quello e porre in carte, che non mai
diria di lingue un tuon, d’inchiostro un fiume!
Stan sopra il tetto gli angioletti gai,
che per fissure e buchi d’ogni lato
dal rotto albergo spargon vivi rai ;
25come talora il sol, dal mare alzato,
si chiude in spesso nuvolo, che manda
lá crini ardenti ov’egli è perforato.
Donna di senno ed uomo grave in banda
s’eran in una e due giomenti accolti,
30e di lor quattro al pregio fan ghirlanda.