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Or che facean gli amancati padri?
givan taciti, soli, afflitti e tócchi
da orribil duol, per luoghi alpestri ed adri;
duol che gli accora e scoppia fuor per gli occhi.
Oh qual tragedia piangon lá le madri !
qua giacion morti i figli, e de’ ranocchi
dal pescator mal conci in guisa stanno.
Pensi chi è padre, s’è tal altro affanno!
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E ben P oraeoi del profeta quivi
se ne riman disciolto quando chiama
ed alza quanto può gli accenti vivi,
dicendo: «Voce fu sentita in Rama!
Rachelle, i figli suoi di vita privi
piangendo, non mai cessa, afflitta e grama,
di sollevare al ciel lamenti ed urli,
perché non son né in vita può ridurli».
90
Pur l’incarnato Verbo, che ’n Egitto
fuggi dapoi l’andata de’ sabei,
dovendo far di terra in ciel tragitto
al tempo suo con splendidi trofei,
qui rotto il mondo nel primier conflitto
furò miU’alme dagli spirti rei
per riportarle trionfando al Padre
quando vi salirá fra squadre e squadre.
9 *
Itene dunque, o leggiadretti spirti,
itene ai padri vostri ad aspettarlo!
Da questo mar d’orrendi mostri ed irti
sciolti oggimai, non dolgavi lasciarlo !
Itene agli orti ameni, e di que’ mirti
e di quei lauri non suggetti al tarlo
tessetevi fratanto ghirlandette,
ché d’esse ornati andrete a Palme elette.