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Fermò Pilato allor proponimento
contra lor volontá lasciarlo asciolto;
ma quel rumor che per tempesta e vento
nasce nel rotto mar sosopra vólto
incominciò nel stol sanguinolento
de’ sacerdoti e d’esso popol stolto,
gridando tutti: — Se perir noi fai,
certo ch’amico a Cesar non sarai! —
25
Il roman, ch’ode’ questo, al re terreno
ebbe risguardo piú ch’ai Dio celeste:
s’asside al tribunal, di furia pieno
contra si alpestri cuor, si dure teste:
— Ecco ’l re vostro — chiama, — il qual vi meno
davanti acciò ch’onore si gli preste! —
Allor piú che mai forte alzár la voce:
— Toglielci ornai, toglielci, ponlo in croce! —
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Ed esso a loro: — Ben ferrigni siete,
ch’ai vostro re dar morte procacciate,
dubbio non ha eh’ ancor ven pentirete,
ch’io non ritrovo in lui se non bontate! —
Risposer tutti: — Noi, per piú quiete
del regno e d’essa legge per pietá te,
non altro re che Cesare appellamo:
se costui campi, a Cesar t’accusamo! —
27
Videsi allor Pilato ricondotto
esser tra ’l sasso e sacro, e dar si fece
acque a le man, dicendo: — I’ mi sto sotto
contra mia voglia, e faccio quel non lece:
va di giusticcia ogni ordine corrotto
per questi cani, che d’onesto in vece
fanno vendetta di lor odio pravo:
io, ch’innocente son, le man mi lavo! —