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Giá veggon fiammeggiare a man sinestra
d’Ermón le acute cime di lontano;
apresi al di l’orientai fenestra,
e Febo scoprirassi a man a mano;
da tergo hanno Magdallo e da man destra
Tiberia, in fronte il campo Gettasano.
Lá gir dissegna il Fonte de la vita,
ch’ad un grave accidente amor l’invita.
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Rivolge adunque lá Simon la prora,
ch’ai suo fratei giá stanco era successo.
Vengono a spiaggia e del naviglio fuora
il pastor scende, e gli agnelletti appresso;
né tutti si trovar sul sodo ancora,
quando a lor vien d’un bosco antico e spesso
rumor d’orribil colpi e d’alte strida,
alte cosi, che ’l ciel par si divida.
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Luoghi arenosi ed interrotti passi
mirano intorno, e vie, non vie, ma piene
campagne d’ossa, di sepolcri e sassi
o rotti o intieri o ficchi ne barene:
vestigio alcun non ha che qua si passi
quando che i forti nodi e le catene
avean, giá molti giorni e mesi, rotte
duoi uomini che stanno in quelle grotte,
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duoi ch’un inferno il ventre suo fatt’ hanno.
Mal va per chi s’abbatte ne’ lor ugne:
a borghi han fatto e a ville piú d’un danno;
valor non è, ch’a morsi lor ripugne:
terribil suon que’ spirti ardenti fanno,
qual solsi udir de l’affrontate pugne.
Colá Cristo si porta, ed ecco d’alti
ronchi venian calando a salti a salti.