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se, dico, de’ tuoi vasi, o Creatore,
incomprensibil, smisurato e giusto,
disponi e tratti come t’entra in core,
senza eh ’alcun ti dica: — Questo è adusto,
quest’ è mal cotto, un altro ha bel colore,
pallido un altro e quel mi pare ingiusto, —
consente almen che noi di tuoi figliuoli
siamo, non dico servi, ma cagnuoli! —
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Grato fu sopra modo al Verbo eterno
trovar tal fede in una feminella.
— Donna — disse, — nel cielo e ne l’inferno
s’apprezza i buoni e i mali si flagella :
né mitra né cappel né manto esterno,
né sangue, aitar, tomboli e coltella,
ma speme, caritá, fede, timore
fan parteggiar l’universal Fattore.
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Via piú senza pareggio a core i’ tegno
sotto cotesta tua pannosa gonna
l’animosa pietá, l’umile ingegno,
che né dorata trave né colonna
di quanti templi pommi far lo regno
di Salomon ; e qui t’affermo, o donna,
che tua fé, tua constanzia si mi piace,
che sana ti è la figlia. Or vanne in pace ! —
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Cosi parlando in un deserto arriva,
ove, del camin stanco, a l’ombra siede.
Ma non fratanto cessa dar la viva
sua voce a lodar l’uomo ch’abbia fede,
perché ’l suo Padre non aborre e schiva
qual che si sia ribaldo, se ’n lui crede.
Cosi, nutrendo lor di giorno in giorno,
facea per piagge inospiti soggiorno.