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La ragazza, che aveva già lanciato a sua madre più di un'occhiata malcontenta, certo perchè non mi mandava a spasso, si strinse nelle spalle, scotendo il capo, e non rispose nè levò gli occhi dal suo ricamo.
— Ha premura di lavorare, vede, signore — disse la mamma per medicare un poco le mie impressioni. — È giusto un dono per il suo papà, un’immagine dell’Angelo Custode, perchè presto viene il suo santo. Faglielo vedere, Lisa, a questo signore, il tuo ricamo.
L’Elisa diventò rossa come una vampa, fece un cipiglio nero e cavò l’orologio, una cipolletta di argento, tanto per fingere di aver qualche faccenda e andarsene in fretta dalla stanza. Ma io, seccato di tutto questo, mi alzai prima di lei, dissi che sarei ritornato più tardi e chiesi alla signora dove, a ogni modo, avrei potuto cercare di suo marito.
— Non saprei, — rispose. — Che ore sono. Lisa?
— Due, — rispose la Lisa, brusca.
— Potrebbe provare in tribunale. — Alle sei si pranza, del resto...