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— Fatto, signor sì — rispose un contadino che era stato chiamato in aiuto ai domestici.
Un ragazzetto cencioso gli stava attaccato ai calzoni singhiozzando.
— Va là, taci — gli disse il padre aspramente, e, volto alle signorie loro riprese:
— Fatto tutto.
Il conte si cacciò una mano in tasca, guardando il ragazzo.
— Non romper l’anima — diss’egli — che ti darò un soldo anche a te.
— La mamma ha male — singhiozzò il ragazzo disperatamente. — La mamma ha il colèra!
La contessa diè un balzo, menò l’ombrellino, con un pauroso viso di follìa, sulle spalle del cocchiere.
— Via! — gridò. — Via! Via subito!
Quegli frustò i cavalli che s’impennarono con fracasso e presero tosto il galoppo. Il Sindaco fu appena in tempo di scansarsi, il conte fu appena in tempo di gittar a quell’uomo una manciata di soldi che si sparpagliarono a terra. Il ragazzo smise di piangere, l’uomo non si mosse, guardò