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— Viene dì là? — diss’ella indietreggiando. Udito che veniva di casa sua, inveì contro di lui che non aveva saputo tener lontano il male. Egli sorrideva e si giustificava, ma la signora rispondeva confusa: — Niente, niente; — e si affrettò a salire in carrozza col bambino.

— Hai dato? — diss’ella sottovoce a suo marito, quando egli pure fu a posto. Questi accennò di sì.

— Debbo ringraziare anche la signora contessa — cominciò allora quell’umile Sindaco -— della generosità...

— Miserie, miserie — interruppe il conte, non sapendo quel che diceva.

Adesso che tutti erano in carrozza, la signora fece una rapida rassegna delle borse, dei nécessaires, degli ombrelli, degli scialli, dei soprabiti. Intanto il conte porse il capo a guardar se i bagagli fossero a posto nel barroccio sopraggiunto dietro il legno.

— È fatto? — diss’egli. — E cos’ha quel marmocchio?

— Chi piange? — esclamò alla sua volta la contessa, buttandosi quasi fuori del legno.