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vostra famiglia. Avete paura di perdere la popolarità! Non la vuoi perdere? Fa chiamare il sindaco e offri cento lire per i colerosi.

Egli proponeva allora di rimaner solo mentre lei partirebbe col bambino, ma non sapeva star fermo.

Intanto i bauli si empivano. I giuocattoli del bambino, i suoi vestitini più eleganti, il laudano, i libri di preghiere, gli opuscoli del dottor Tunisi, il costume da bagno, alcuni gioielli, la carta cifrata, le pellicce, le biancherie, molto del superfluo e poco del necessario, tutto era gittato dentro alla rinfusa. E poi i bauli, con grandi sforzi, si chiusero: e poi la contessa, seguita dal conte che dimostrava il più grande ardore di fare qualche cosa e non faceva niente, percorse tutta la casa aprendo cassettoni ed armadi, guardandovi dentro per l’ultima volta, chiudendo tutto a chiave di sua mano. Il conte dichiarò che sarebbe stato necessario di prendere qualche cibo prima di partire.

— Sì, sì, — diss’ella con ironia — prender qualche cibo! Adesso vi dirò io cosa prenderete!

E raccolti in una stanza suo marito e tutti i