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Intanto un bel visetto d’un bambino sui quattro anni comparve attento e muto sopra la sponda del lettuccio.

— Un caso, signora — rispose la cameriera, quasi piangendo. — Un caso di colèra.

La contessa, livida, si voltò quasi per istinto e vide suo figlio che ascoltava. Balzò dal letto, impose rapidamente silenzio alla cameriera, accennandole di passar nella camera vicina, e corse al lettuccio.

Il piccino ricominciava a piangere, ma ella lo baciò, lo accarezzò, scherzò e rise tanto con lui, che vinse le sue lagrime. Poi si mise in furia la veste da camera e raggiunse la cameriera, chiudendo l’uscio dietro a sé.

— Oh Dio, oh Dio! — diss’ella ansando, spasimando, mentre l’altra si metteva a singhiozzare.

— Zitto per amor di Dio! Guai a te se spaventi il bambino! Dov’è questo caso?

— Da noi, signora! La Rosa del gastaldo — rispose colei. — Le ha preso il male a mezzanotte.

— Oh Signore! E adesso?

— Morta! Morta mezz’ora fa.