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coperta, ma gli altri signori ho veduto benissimo che non avevano niente.
Tutti protestarono e il cameriere tenne fermo, lasciando intendere che sospettava la stessa cosa del generale e del tenente.
«— Come, come? — esclamò la contessa. — Questa è magìa! Non si va a pranzo se non si scopre questo mistero!
— Il tavolino, contessa! — disse la signora inglese ch’era spiritista e faceva spesso delle esperienze con la padrona di casa. — Bisogna interrogare il tavolino.
Detto fatto, fu portato il piccolo tavolino che si mise subito a girare, scricchiolando tutto come se ridesse; e interrogato sul dove, sul come e sul quando delle famose macchie, debitamente rispose:
Ogni specchio è casa mia,
Son le macchie mia bugia,
Tutte l'altre son bugie
Delle loro signorie.
Il Follettino della Galleria