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entra tenendosi il fazzoletto sulla guancia sinistra e dice: — Presto, per carità, una salvietta e dell’acqua. — Il domestico lo conduce in un’altra camera da letto e gli versa l'acqua. Si suona; è il tenente che si tiene una mano sul viso e dice: — Mi rincresce, ho dei guanti che lasciano il colore; avete dell’acqua? — Il domestico si meraviglia molto e lo conduce in una terza camera da letto. Quarta scampanellata; è il maestro di musica, che dice brusco: — Dell’acqua! Conducimi in camera. — Signore, — risponde duro duro il cameriere — ci sono già tre signori che si lavano in tre camere e di libera non c’è più che la camera della contessa. Se crede Le porto qua l’acqua e una salvietta. — Porta — risponde il maestro. Il cameriere va, ritorna con l’acqua e la salvietta. Colui si frega il viso, e guarda se la salvietta n’è sudicia e siccome la salvietta è sempre pulita, frega e guarda, frega e guarda, rifrega come un disperato. Ancora un colpo di campanello. Ecco il poeta celebre che vede l’amico stropicciarsi e dice: — Bravo. Oh bella, occorre anche a me. — Son pulito? — gli chiede l’altro mo-