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— Nessuno ha osato mai! — diss’egli.

-— Sire — rispose Heribrand, rialzando il capo — la mia coscienza non è a disposizione di V. M., ma il mio grado e le mie decorazioni lo sono.

— Questa è una risposta da scena — esclamò il Re — e non una risposta per me che ho una coscienza come la Sua.

Il generale, pallidissimo, pregò il Re di voler piuttosto punire che oltraggiare un vecchio servitore sincero, e gli chiese licenza di ritirarsi. Il Re rifiutò con un gesto violento.

— No, — diss’egli — voglio essere più generoso di Lei e mostrarle che vi è un’altra persona superiore alle sue insinuazioni, ai suoi sospetti, a tutte le bassezze di cui è pieno il mondo!

Ciò detto si sbottonò il soprabito in fretta e in furia. Il generale porse le mani come per trattenerlo; allora il Re gli stese con impeto subitaneo le sue.

— Ma senta! — diss’egli passando dalla collera all’affetto, — non mi irriti, dimentichi un momento ch’io sono il Re, mi tratti come si tratta un eguale, apra il Suo cuore come io sono disposto ad aprirle