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Il sior Toni sospirò perchè invece di andar a letto doveva lavorare in mezzà almeno un’oretta. Vi era da pochi minuti quando l’uscio si aperse piano ed entrò la contessina:
«Un momento» diss’ella sottovoce. «Un momento solo! Cos’è questa storia della stria? Dica su presto!»
«Védela, contessina benedeta» rispose con un sorriso pacifico ma significante il sior Toni «no la xé miga una stria sola, le xé do. Quela zovene lo ga portado qua e quela vecia lo gà portado via. Ma gnente de mal pò sala, gnente de mal!>.
«Si, bravo, e come è andato via? Corse di notte non ce ne sono».
«Ghe xé cavai e caretine».
«Carrettine? È andato a Vicenza in carrettina? Con una notte simile? Sior Toni! Senza una coperta?»
Le parole ed il viso della contessina eran tali che il sior Toni incominciò a non capir più niente ossia incominciò a capire anche troppo. Uno sbalordimento senza nome gli allargò gli occhi e la bocca: