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Toni per cavaliere alla zia e li segue col maestro cui deve impartire ogni istruzione opportuna onde la scherzo riesca bene. Il sior Toni e la siora Nina rallentano il passo perchè vorrebbero udire anche loro ma la contessina protesta. Ella è la stria e la stria fa tutto in segreto. Il sior Toni racconterà intanto una storiella alla zia. «Gala capìo, siora Nina?» dice il sior Toni alla sua padroncina. «Per sta volta bisogna che La se contenta de mi. Comandela sta storiela?»

«El tasa» risponde lei stizzita.

«Ghi n’ho una de bela» — «No me n’importa». — «Ben, ben, ben, ben». Non parlano più né l’uno nè l’altra, per cui non merita scusa il maestro che battezza subito la siora Nina per Marta e il sior Toni per Mefistofele.

Gli dà torto anche la Nana, la quale, ora che la sua pazza idea è fatta realtà, si sente in cuore un ritorno impetuoso di tutte le idee serie e prudenti, si vede in testa tutti i guai che potrebbero succedere, e vorrebbe persuadere Carlo, poiché l’ha vista, poiché le ha dato un bacio e tenuta stretta una mano per cinque minuti e sfiorata con