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dell’altro egregio filarmonico signor Carlo Paribelli, tenente nel 3° bersaglieri. Era pur troppo così e il tenente aspettava una lettera simile sapendo bene che avesse a fare.

L’indomani sera alle sei il cielo era sereno e l’aria rigida; al chiarore delle stelle la neve pareva quasi prendere il colore azzurrognolo del ghiaccio.

Ma siccome di giorno v’era stato il sole, nel salotto bene esposto dove «la Nona, la Nina e la Nana» pranzavano e dimoravano abitualmente c’era un clima possibile. Le signore avevan pranzato alle tre, secondo l’antica consuetudine vicentina serbata da pochi spiriti indomiti; e la Nana si era molto sorpresa, venendo a pranzo, di trovare che il vecchio piano codino di casa era stato trascinato lì dalle gelide pianure del salone vicino. La nonna le aveva poi detto sorridendo che le era venuta voglia di udirla suonare un poco. Chi si