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jeh!» Ristabilito l’ordine, la signorina spiegò al sior Toni che due giorni dopo il quattro gennaio suol venire il sei e con esso la festa dell’Epifania e ch’ella aveva pensato una bella «stria». La «stria» è una benefica maga veneta, pronipote dei Re Magi, che nella notte dell’Epifania porta misteriosamente, calando nel camino della cucina, i regali che ora è moda di appendere all’albero di Natale. I bambini sogliono attaccare una calza alla catena del camino per maggiore comodità della stria, la quale trova così subito dove posare il suo carico; almeno un rosario di castagne, mele, arancie, foglie d’alloro. Presso alcune famiglie conservatrici che non vogliono saperne dell’esotico albero di Natale, è la stria che porta, per la via romantica del camino, regali a grandi e piccini; e del donatore si dice che fa la «stria». Ora la contessina confidò al sior Toni che voleva fare una sola e unica «stria» per tante persone.

«Per quante po?» chiese il sior Toni.

«Per il mio maestro di musica, per la nonna, per la zia Nina, per la balia (jeh! fece il sior Toni), per il parroco, per i parrocchiani (jeh, jeh!) e anche per il sior Toni!»