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«Ma no, contessina, cazza!» Il vecchio si alzò per correre in aiuto del suo cestino; la contessina gli si parò davanti, si mise a cantargli:
«Ho freddo, sior Toni, ho freddo!» con quella cantilena che significa: non l’avete ancora capita?
«Gesù mi poreto!» disse il sior Toni mettendosi le mani nei pochi capelli bianchi e guardando il cestino con faccia mezzo spaventata, mezzo ridente.
«Senta, sior Toni» esclamò la Nana. «Vuole il cestino? Scriva una lettera come io Le dirò e poi mi conti una storiella».
Il sior Toni, famoso raccontatore di storielle da osteria e da salotto, da signorine e da preti, promise ogni cosa e tolse il cestino dal fuoco. Scorgendolo già nero da un lato e fumante, il sior Toni non seppe che articolare la sua interiezione favorita: «jeh!» Ma la contessina Nana, più pratica, dato di piglio, sulla caminiera, a una gran tazza d’acqua, ne inondò in un baleno il cestino e le vaste estremità inferiori del sior Toni, che si ritirò in fretta alzando prima un ginocchio e poi l’altro fino al mento, vociferando «jeh, jeh,