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Tu che furor nel marmo
Spirasti
ricordano un epigramma....
X. (sorpreso). — Per bacco, ma Lei ne sa molto!
Snìchele (sospirando), — Si signore, ho studiato
molto. Tal quale ella mi vede, possiedo un grado
accademico, sono il dottor Snìchele. Mio padre era
un signore e mi ha educato da signore. Io avevo
il delirio dello studio, ho passato sui libri, per
molti anni, i giorni e le notti, tanto che un capo
ameno applicò a me, in quel tempo, i versi del
Buratti:
Tu che le carte argoliche
Versi con man diurna,
Versi con man notturna,
Con tute do le man....
(Si alza, va a sedere accanto a X e continua sottovoce). — Vede in che paese siamo? C’è una greppia per qualunque asino, qui; ma crede Lei che vi sia un pane per me? Signor no. Ero impiegato alla Biblioteca e mi hanno licenziato