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Zonca. Vorrei convincermi ch’è un compratore serio. — Seriissimo, signor mio, — fece Molesin, intingendo un baicolo nel caffè. — Domanda se è serio! — soggiunse con un ghigno sarcastico, parlando, per un momento, al suo baicolo, — Benedetto, dico, — riprese voltandosi a me, — vuole che gli parli di un compratore da burla? Cosa si sogna?
— Ah cane! — mi dissi nel cuore; e replicai forte:
— Sarà un’ubbia, ma Lei deve condurmi fuori Porta Codalunga dal signor Zonca. Molesin si rabbonì subito, disse ch’erano passi inutili, che però, se si trattava solamente di questo, m’avrebbe accontentato e volentieri. Pagò con tutta flemma il suo caffè e si alzò.
— Andiamo, — diss’egli. — Dopo tutto ho piacere che Lei parli col signor Zonca.
Guardò l’orologio e soggiunse: — Adesso lo troviamo di certo.
~ Diavolo! pensai. Sta a vedere che c’è davvero questo Zonca! Che bestia sarei stato! — Ma