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Chiariss. Sig.re ed amico,


Mi è venuta l'idea di mandarle un'Epigrafe per quietanza delle Flore avute in dono. Oh dio! Un'Epigrafe! Ella dirà: e quale!! Ma qualunque la sia, prego di non abbadare all'abito infelice e povero, e di considerarla un'espansione sincera di cuore, uscita fuori nella sua semplicità senza curarsi di esteriori abbellimenti.

Sarei venuto a trovarla in persona, anche per informarmi meglio del di lei stato di salute, ma io pure questi giorni stava poco bene, e jeri mi sono fatto un salasso ed ho preso il diobarbaro. Oggi però stò meglio, e starò presto anche a Ronchi ... ed a Vermegliano, senza poter arrivare da lei. Ma non staremo molto senza vederci. Mia moglie è anche ammalata, ma và migliorando.

Si conservi sempre nel più buon umore, che salute a noi non manca. La prego continuarmi la di lei cara amicizia e di accogliere i saluti miei e della mia famiglia, nel mentre con tutta stima e considerazione mi protesto

Monfalcone di 11 marzo 1846.


Suo ... ed aff. amico