Pagina:Flora medico-economica.djvu/180

 
Monoeccia Poliandria.

Fiori erbacei, stami porporini. Aple, Mag. Giu. Nei pascoli aridi; è anche coltivata per mangiarsi in insalata nelle così dette mescolanze cappuccine.
L’ erba odorosa, di sapor astringente, si trova lodata per gli sputi di sangue.
Poichè nasce nei terreni sterili fu suggerito di coltivarla per prati artificiali, essendo mangiata volentieri dal bestiame.
CXCIII Quercia. Fio. M. in amento; perigonio quasi diviso in 5. parti. Stami da 5. a 10.
F. Fem. solitarj. Perigonio intero, scabro, composto di molte squamme formanti una cupola. Una sola noce ovata, mezza coperta dal perigonio, con cicatrice alla base, contenente un sol seme.
253. Q. Rovere. Foglie bislunghe, peziolate, liscie, sinuate; lobi rotondati; frutti bislunghi, sessili.
Quercus Robur. It. Quercia comune, Rovere, Rovero. Ver. Roul.
Fiorisce in Aple, Mag. sul monte e sui margini di qualche campo.
La scorza serve alla concia delle pelli. La scorza e le foglie sono corroboranti ed astringenti. Ridotte in polvere o meglio in infuso od in decotto acquoso o vinoso si raccomandano internamente in specialità coi rimedj amari nelle febbri intermittenti, nella blenorrea, diarrea; esternamente in forma di fomento, d’ injezione di gargarismo nel rilasciamento dell’ ugola, della vagina, dell’ intestino retto, nella leucorrea, blenorrea. La dose della corteccia è di O. j. in lib. J. di vino nero, o d’ acqua da prendersi a cucchiaj.