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— Ma come vivono?

— Male, poveretti. Ma trecento lire costituiscono un’entrata non disprezzabile. Vi faccio un preventivo sommario: sessanta lire di pigione; centocinquanta pel vitto; quindici d’illuminazione e combustibile; dieci per una servetta che aiuti vostra moglie e rappresenti il risparmio della lavandaia e della stiratrice; rimane un margine di sessantacinque lire per le spese vostre e per la guardaroba.

— Ci siamo: la guardaroba! deducete da quel margine una trentina di lire per i miei sigari, qualche spesa di tram, una bibita, un francobollo, un incerto qualsiasi: rimangono trentacinque lire ossia quattrocento franchi all’anno nelle quali devono entrare i vestiti, la biancherie, i cappelli e le scarpe per me e per la mia donna; le mie cravatte, i suoi guanti, i suoi veli, le sue cinture, i suoi busti ecc. Credete che bastino?

— Con una donna previdente, sì.

— Lo so anch’io. Non crediate che non sia informato. So benissimo che un abitino fatto in casa costa un terzo di quello comperato nelle grandi case di confezione. So che la povera mamma mia si faceva da sè tutta la biancheria e le camicette e le sottane e le maglie. Ed e-