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Intanto, non bisogna chiedere al matrimonio più di quello che esso può dare: una somma di gioie, per esempio, superiore al carico dei doveri; una ghirlanda tutta di rose; una ebbrezza tutta di idillio. La delusione sarebbe enorme e grave di conseguenze. Il matrimonio è più dovere che piacere, più sacrificio che sorriso, più responsabilità che sogno. E bisogna dirlo ai giovani che vi si avventurano, bisogna dirlo sopratutto alla donna che quasi sempre contempla la visione del mistero dolce come il realizzarsi di un gran sogno fantastico attraversato soltanto da luci d’oro di tenerezza, da fulgori di adorazione.

Io confesso, per esempio, che provo sempre un gran senso di pena per quegli sposi che vanno all’altare con animo e disposizioni d’amanti, spintivi soltanto da una vampata di passione, da un delirio d’amore, accompagnati dall’illusione che la febbre che li solleva debba durare tutta la vita e accompagnarli attraverso tutto il cammino. Quelli, a breve scadenza, saranno due infelicissimi.

Traduco il mio pensiero con una frase che può sembrare paradossale e non è: L’amore è il peggiore nemico della felicità nel matrimonio. Intendiamoci: non parlo qui del senti-