Pagina:Flavia Steno - Cosi mi pare.djvu/51

44


delle piccole professioniste anemizzate dalla fame, anziché spingerle ad abbracciare un mestiere che esse potrebbero, coll'ingegno, sollevare a dignità di arte o di professione.

Un errore. Bisognerebbe convincersi che la sola differenziazione di superiorità fra lavoro e lavoro può venir data dall’eccellenza nel modo di esercitarlo. Una fanciulla che abbia ingegno e buon gusto può mettere tanto senso d'arte nel comporre un vestito, nell’ideare un cappello, nel disegnare una guarnizione quanta ne può mettere uno scultore nello sbozzare una statua. Il guaio consiste appunto nel fatto che nessuna donna intelligente e colta abbia mai voluto comprendere quest’umile verità e non si sia mai degnata di applicare la sua intelligenza, la sua coltura, il suo senso d'arte, le sue conoscenze fisiologiche, la sua erudizione intorno alla storia del costume femminile alla confezione di un vestito.

Quello della sarta è sempre rimasto un mestiere appunto perchè lo si è sempre lasciato esclusivamente alle piccole operaie impossibilitate a dare alla loro abilità meccanica un sostrato di coltura estetica.

Esistono nomi di creatori e d’artisti del costume femminile ma son tutti nomi maschili: