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A chi arrivi dalla pianura venendo verso Assisi, la visione si presenta con una grandezza suggestiva indimenticabile. Tutta la complessa costruzione, che sembra una fiorita di chiese e di chiostri, par sbocciata dal lungo colonnato candido, che corre sotto il convento staccandosi niveo dalla massa bruna della roccia aspra, sulla quale tentano invano di arrampicarsi gli ulivi. Poggio e convento e basilica chiudono la piccola città a sinistra, sopra la valle: la chiudono, ma insieme la dominano e pare l'assorbano, tanto possente è la suggestione maestosa che da quella specie di fortezza mistica irradia sulla massa grigiognola, uniforme, raccolta, delle piccole case della città, vestite tutte dun solo colore: quello del tempo.
Naturale, d’altronde, che la fortezza francescana domini Assisi e l'assorba: non è tutta, forse, la città, piena del suo spirito? non fu in quella fortezza il suo cuore? non per la voce mistica che da quella si effuse andò il suo nome attraverso i secoli e attraverso il mondo? non è ancora, quella fortezza, il centro nel pellegrinaggio incessante che addita Assisi a tutte le anime assetate di fede, assetate di pace, assetate di poesia e di sogno?
La piccola città è tutta prona ai piedi della