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La cerimonia tace.

Non occorre uno sforzo d’immaginazione per vedere negli stalli del piccolo coro sotterraneo le figlie di Chiara, salmodiauti dietro la cripta che chiude il corpo della Santa.

La mistica seguace di San Francesco è qui. La sua salma, deposta nella cripta sotto la chiesa nel 1260, è stata ricomposta, meno di mezzo secolo addietro, in un urna di cristallo a saldatura dorata, rivestita non del saio francescano ma duna pesante tonaca di velluto d’un colore pallido. Sotto il soggolo candido ancora appare intatto il profilo finissimo del volto affilato, che il tempo ha completamente annerito: le mani, congiunte sul petto, riposano sopra un Crocefisso: tutto il resto del corpo scompare come perduto, come insussistente sotto le grevi pieghe dell'abito, con una parvenza d’irrealità che aggiunge ancora alla spiritualità della visione mistica.

Una credenza diffusa in Assisi dice che chiunque ha toccato il corpo della Santa godrà lunga vita terrena, e porta in appoggio dell'asserto il fatto che i cinque prelati che composero nell'urna la salma venerata — uno