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Per chi parla, allora nella notte la voce della campana? Chi chiama, poiché ninno pnò varcare neppure la soglia della grande Chiesa nuda, dinanzi alla quale una fontanella canta, sul piazzale, voce sempre desta, anche nella notte, a esprimere, forse, l'adorazione delle cose in questa terra, dove anche le cose pare abbiano un anima adoratrice?

Nessun chiama la campana sommessa. Essa non si rivolge agli uomini, ma a Dio: non è un richiamo, è una preghiera. E’ la rinnovata voce dell'ardore che tenne i santi antichi, Chiara, Francesco, cui troppo lungo spazio pareva una intera notte trascorsa tutta senza volgere in alto il pensiero e il cuore. Il bisogno che essi sentivano di comunicare a ogni ora con Dio è diventato un dovere per i loro proseliti — forse, in alcuni e in alcune più vicini alla perfezione, ancora il dovere è dolce e imperioso come un bisogno.

Qui dove più vivo, quasi tangibile, è rimasto lo spirito dei Santi, si comprende il bisogno e appare dolcissimo il dovere. Anche all'anima profonda, ignorante le dolcezze della vita interiore, trascinata quotidianamente, incessantemente dalle cose di quaggiù, non occorre uno sforzo in quest’ora, in questa cor-