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viaggio e spossata dalle emozioni passate, dalla trepidazione per l'ignoto imminente, sospirava di trovarsi finalmente fra le pareti della ca- mera che avrebbe veduto l'ora più solenne della sua vita: ha dovuto attendere finisse il contrattare che procurava a lei le occhiate compassionevoli del personale del piccolo al- bergo raccolto intorno agli sposi. La camera è piccola e ingombra e scura, ha una fisiono- mia di banalità che mette un velo di tristezza sul viso della piccola sposa.

— Brutta! — ella osserva — Perchè non ti fai dare una stanza che guardi verso la strada?

— Perchè mi pare inutile di regalar, loro un franco di più. Tanto, che cosa ne facciamo, noi, della finestra sulla strada?

Ella è stanca, l'indomani, e un po’ triste. Egli la fa camminare a piedi per ore e ore: bisogna pur vedere la città! Quando s accorge che non ne può più, le propone di salire in tram.

— Prendiamo una carrozza! — ella mormora timidamente, ma non osa insistere di fronte agli argomenti del marito, che l'assicura che i vetturini sono i più grandi ladri che esistano.

Entra soltanto nei musei dove l'ingresso è