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chestra tzigane che suona dei valzer supremamente suggestivi. Qualche volta, sul motivo melanconico d uno di codesti valzer cantabili alla Berger, che appena accetterebbero una strofa verlainiana, i suonatori mettono certe parole d’un arditezza estrema, sdegnando anche di chiudere il significato nel velo del simbolo, e nulla è più grottesco dello spettacolo bizzarro di codesti omiciattoli panciuti, vestiti alla tirolese, enuncianti le cose enormi, che farebbero arrossire anche una pierreuse con aria indifferente e corretta, dinanzi a un pubblico altrettanto corretto e indifferente.

Chi può capire se un’impressione si formi, e quale è, dietro il sereno volto imperturbabile di codesta gente, che pur adora il divertimento e lo cerca e passa dall'uno all'altro colla stessa fredda apparenza di un osservatore non suggestionabile?

Oltre il Prater popolare, il Prater vivacissimo e chiassoso che occupa una parte relativamente piccola dell'immenso bosco chiuso tra il Danubio e la città, è il silenzio, è il riposo, è la distesa verde dei prati immensi, tagliati dai brevi canali serpeggianti in fondo ai lunghi