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bello, troppo completo, troppo perfetto: lungo la linea dell’insenatura del lago, una passeggiata meravigliosa prospiciente l’acque, prospiciente le montagne, vegliata dalla catena delle colline degradanti e più lontano dalla corona dell’Alpi nevose: un cielo pallido divinamente malinconico: una dolcezza di raccoglimento indicibile. E accanto a questo paesaggio di sogno e di poesia, la praticità non disprezzabile che ha realizzato tutte le comodità della vita in alberghi di primissimo ordine, alberghi che sono monumenti, circondati da giardini che sono parchi, condotti da proprietari che sono gentlemens, frequentati in ogni stagione da una colonia esotica che viene da tutti i punti della terra, portando per un giorno, per una settimana, per un mese, in questo angolo sereno di serena repubblica, i più bei nomi del Gotha internazionale e i rappresentanti delle fortune più prodigiose.

Di sera, quando il sole è calato dietro il San Salvatore, e l’acque del lago si fanno più verdi, e la piccola città s’ammanta di poesia, la colonia forastiera deserta gli hótels per popolare la passeggiata lungo il lago; sfilano qui i tipi più diversi, passano le più svariate fogge di vestire, s’incrociano tutti gli idiomi d’Eu-