Pagina:Flavia Steno - Cosi mi pare.djvu/244


237

Tutta Venezia è qui: i caffe delle Procuratie hanno occupato coi tavolinetti e colle poltroncine tutta la piazza: centinaia di tavolinetti, centinaia di poltroncine, nessuna libera, nessuna che non sia stata presa d’assalto, disputata, rubata. E mescolata alla folla signorile, tra tavolino e tavolino, tra sedia e sedia, circola tutta la Venezia umile, la Venezia venuta dalle più remote calli di San Marco: famiglie intere sfilanti dietro la figliuola maggiore che apre la processione breve chiusa dal padre, chiusa dal fratello, seguita spessissimo dal fidanzato, sempre da un aspirante se non alla mano, certo alla bellezza in fiore di ognuna di queste meravigliose creature della laguna.

Anche i bimbi hanno portato fuori: tenere creaturine nate da qualche anno appena, da pochi mesi, da poche settimane, forse. Non v’ha donna che non ne porti fra le braccia almeno uno. Fanciulle che sembrano bimbette ancora, reggono tra le pieghe dello scialle un Piccolino, con una tenerezza materna che è tutta una rivelazione — vecchie cadenti, decrepite, le caratteristiche vecchiette veneziane dallo scialle consumato e stinto, dall'occhio vivacissimo e la lingua costantemente in moto, reggono anch’esse, come tutte le donne, un bambolo. Poi-