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cherio femminile che sì gran fascino acquista qui dalla dolcezza del dialetto, predomina e s'impone.
Le care donne veneziane! Esse fraternizzano qui, si fondono, si confondono, privilegiate e umili, povere e fastose, modeste ed elegantissime, note e ignorate, senza timidezza le une, senza ostentazione le altre, naturali, semplici, disinvolte, padrone tutte del bel verde cupo che si stende intorno all'infinito, carezzate tutte dal magnifico sole sfolgorante dall'azzurro intenso bagliori e bagliori di fiamma sulla laguna tremula, sul parco già baciato dalla malinconia dell'autunno vicino, sulla folla lieta irrequieta rumorosa, che accoglie tutta la bellezza e tutte le eleganze.
Esse hanno e sanno le donne veneziane, tutta la bellezza e tutta l'eleganza: le signore, che la moda e il cosmopolitismo hanno fatto ormai simili a tutte le loro consorelle delle altre città e che pur si distinguono ancora, sempre, per la schiettezza semplice delle maniere, per una certa ingenuità vivace simpaticissima, per un aria di bontà fiduciosa soave fino a diventar commovente; le popolane, che ancora serbano, attraverso il volgere di tempi e di abitudini, intatto e magnifico, il tradizio-