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sue collaboratrici, sono le vergini forti salite sulla breccia per prendere parte attiva alla vita e alla lotta e che nell’urto colla realtà hanno sentito quanto amara fosse la condizione femminile al compito austero e grave.

Esse hanno visto che le sole virtù femminili apprezzate sino a ieri, se avevano un immenso pregio domestico e l’aureola d’una cara poesia, avevano però uno scarsissimo valore sociale — che l’esaltazione dell’ignoranza, della sommessione, della docilità, si risolvevano per la donna nuova in una disposizione di debolezza che diventava condizione di inferiorità — che il concetto femminile dell’onestà, limitato alla integrità fisiologica, diventava insufficiente di fronte al concetto etico dell’onore abbracciante un significato di lealtà, di integrità morale, di correttezza, di schiettezza, di fede alla propria parola, di senso della responsabilità, di rispetto del proprio io che nessuno aveva mai richiesto alla donna, perchè nessuno si era sognato mai di ritenerla una creatura responsabile. Di tutte queste virtù la donna nuova ha sentito il bisogno e tutte le ha reclamate per sè, invocando una riforma dell’educazione femminile, nel senso che questa diventasse preparazione al compito nuovo, sor-