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nato nell’illusione che saggio e coraggioso nella contemplazione lucida della realtà.
Perchè ostinarci a piangere? perchè ostinarci a sperare, a sognare, a voler forzata per noi la legge, che è tutta di dolore? perchè trascurar sempre l’attimo presente, la piccola gioia reale, tangibile, possibile, il riso breve, il raggio di sole, per fìggere lo sguardo in un futuro, che significa sempre un passo innanzi verso la morte, verso il silenzio eterno, verso la fine, e perdere la gioia e perdere le forze e perdere l’energia gioconda nella contemplazione d’un miraggio?
La felicità non deve essere fatta di speranza: la felicità non sarà, è: al saggio cercarla, scoprirla, coglierla in una concezione alta e serena della vita che trasfiguri la realtà in un desiderio umile e forte di gioia che sia creatore di gioia e suggestivo di sorriso, in un sapiente e geloso accrescimento delle facoltà gaudiali sicchè diventino sorgente d esaltazione spirituale, capaci di opporsi vittoriose a tutte le depressioni della psiche.
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Mille cose buone, infinite cose belle sono intorno a noi, di cui non sappiamo godere, so-