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in lina vera sala da pranzo, par petites tables, come la moda vuole, illuminate dalle lampadine elettriche coi paralumi color di rosa, servite da camerieri in guanti bianchi, in una sala fantastica, fuggente rapida come in un sogno attraverso il paesaggio toscano lussureggiante e lieto. Lha preoccupata molto la questione della toeletta.

— Tengo lo spolverino o me lo levo? mi metto il cappello o no?

Il compagno non ha saputo consigliarla, e ha finito col suggerirle di fare come meglio le pare. Ma ella ha rammentato a tempo che alla table d’hóte dell’hotel si faceva colazione col cappello in abito da mattina e si pranzava in capelli. E s’è decisa a portarsi scoperto nella vettura ristorante il suo magnifico elmo di capelli corvini, che lo sguardo del suo compagno accarezza con passione. Anche s’è tolta lo spolverino, e la fine figura flessuosa appare disegnata con fedeltà dalla princesse di tussor brique — un tono caldo, che sta bene ai suoi capelli — in una rivelazione deliziosa.

Ti piace? — egli le chiede appena installati, cercando col piede attraverso il brevissimo spazio il piedino di lei, premendolo lievemente, lungamente, con una carezza che mette una fiamma breve sul viso.