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L’ambieute è saturo di elettricità.

Primo di settembre. — S’è combinata una gita al villaggio prossimo: dodici cliilometri. Egli le fa da cavaliere: ella è felice e inquieta, nervosa e beata, vibrante ed estenuata, ma la sua toeletta non è mai stata più corretta. Soltanto il cervello è in disordine.

Veste un tailleur di grossa lana grigio acciaio, con cappello color ardesia e alette bianche. Ha due veli: uno bianco, l'altro azzurro pallido: insieme si fondono in una tinta tenue, che addolcisce in modo seducentissimo il pallore ambrato del suo visetto. Sottogonna di mussolina dell'India a tramezzi di valencienne, e uno spumeggiare di plissès da dare le vertigini. Calze di seta nere e stivaletti di vernice. Profumi: Ylang! Ylang!

Lo stesso giorno: di sera. — Piove a torrenti e non si può far ritorno al paese: bisogna adattarsi a passar la notte nell'unico albergo del paese.

Ella si rassegna????

Metà settembre. — Alla cascata. Ci sarà? non ci sarà? la cosa le è indifferentissima. Yeste alla buona e ha il busto largo: cinquantadue centimetri. Sopratutto le importa di star comoda.