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Larghe maniche aperte sopra una seconda manica di Malines breve, aderente e trasparentissima. Calze di seta color tiglio. Scarpette di amoerro azzurro col tacco basso e fìbbia di turchesi. Sottogonna di mussolina e trina leggerissima, spumeggiante. Non aveva il busto ed era profumata alla verbena. Teneva i capelli annodati un po’ lenti sulla nuca e tenuti da un pettine di tartaruga bionda tempestata di turchesi.

Fine d’agosto. — Ancora al ballo. Ella ha voluto essere la bella fra le belle e ha studiato con amore e pazienza e intelligenza, nei più minuti particolari, la sua acconciatura.

L’abito che porta, di raso bianco ricamato con perle e fili d’argento, è scollato con arte mirabile; tutta la parte destra del petto scompare sotto una ghirlanda di rose thee che partono dalla spalla; l'altra parte appare nuda fin dove è possibile; la legge di compensazione è osservata.

Nudo anche il collo, senza un gioiello, senza il più piccolo filo di perle. Livece, una piccola corona di perle scintilla sobria e discreta tra i capelli. Profumo: gelsomino della Cina. È inebbriante. Infatti, quando egli le parla durante il loro walzer ha la voce commossa.