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Intermezzi estivi



Visioni d’un’ora.


Sopra uno sfondo di lago, sopra uno sfondo di verzura, ignoti, chiusi dentro una maschera di dolore o di sogno, venuti chissà da qual paese, diretti chissà dove, il cervello — Kodak meraviglioso — ha fissato i profili umani che una qualsiasi singolarità, interiore e inavvertita a volte, a volte soltanto tutta esteriore, distingueva dal gregge.

E ritornano, ripensando, ombre chiare nella diffusa nostalgia grigia — punti mobili su quel gran mare immobile del ricordo, che è dolcezza infinita e infinito dolore.

Un velo pallido — bianco? argenteo? bigio? — agitato dalla brezza del lago intorno a una fronte bianca, intorno a un freschissimo