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«Primavera» botticelliana, e neppure le fastose e grevi dogaresse del Tiepolo e del Veronese, le rigide dame del Tiziano — la «Duchessa d’Urbino», «Isabella d’Este», la «Bella». — sovrano animatore di nudi, ma farraginoso sarto di manichini? I capolavori dei grandi maestri italiani attingono tutti a due sole fonti: la religione o la mitologia, il misticismo o il paganesimo. Accanto alle Madonne soavissime del Botticelli, agli Angeli del Lippi, alle Vergini, la Dafne, la Flora, la Leda. Uno solo fra i maestri è rimasto nell'umanità: il Leonardo, e quegli ha fatto della psicologia. «Monna Lisa del Giocondo» ha un sorriso inarrivabile, il più complesso, il più enigmatico, il più profondo dei sorrisi; ma porta una vita assolutamente brutta.

L’arte del vestito è un dettaglio trascurabile e trascurato dai nostri sommi. Fiorisce invece in epoche di minor gloria per l'arte, attraverso i pittori della grazia femminile e anche della frivolità. Fragonard è il pittore per eccellenza dei «dessous», degli scarpini e di tutto l'armamentario della toeletta femminile, ma Fragonard è francese, come era stato francese il Mignard, come lo sarà dopo il Greuze.

E, sono inglesi il Reynolds, il Gainsborough, il