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del Cantico dei Cantici e flessuose come la vetta di un palmizio orientale, sono quasi tutte imbustate da sotto le ascelle alle ginocchia. Qualcuna ha chiuse nel busto anche le spalle, precisamente. Dopo la quarantina, specialmente se la formosità è un po’ accentuata, le spalle si arrotondano in una pienezza che non è considerata precisamente fra gli attributi della bellezza. Impossibile, con quelle spalle, d’indossare la princesse-guaìna. E allora si prega il busto di salire a imprigionare anche le spalle. La persona rimane così chiusa tutta in una corazza che è solida senza essere rigida e sulla quale il vestito cade e si modella con quella morbidezza che vi fa credere che le donne siano tutte modellate come statue in questa anno di grazia 1912.
Erano anni che Parte del vestire andava cercando nelle reliquie delle eleganze passate una ispirazione simpatica: invano. Nessuna delle mode tramandate dalla storia si confaceva alla donna moderna, nessuna era atta a velare e a rivelare la creatura complessa e multanime che è il risultato di tutte le femminilità passate fuse nel crogiolo della vita moderna intensa e vibrante. Finalmente s’è trovato: è venuta una moda che ha rivoluzionato