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Le benemerenze dell’artificio.


Un amico mi osservava l'altro giorno contemplando da un poggiuolo una deliziosa teoria di belle passeggiatrici elegantissime giù nella strada:

— Come la moda ha abbellito la donna! guardate laggiù: come sono tutte snelle, tutte flessuose, tutte plasticamente belle quelle signore! non è più possibile trovare una donna veramente elegante che sia brutta: avrà un viso irregolare, magari inespressivo, sciupato: in cambio offre sempre la seduzione di una linea così impeccabile che riscatta anche la bruttezza del viso.

— Merito della combinazione e del busto! — ho osservato io sorridendo un poco.

— Merito di quello che volete, non cerchiamo, anzi, non cercate, non mi scoprite l’arcano. Lasciatemi l'illusione che invece la bellezza femminile ha subito un’evoluzione che l'ha perfezionata idealizzandola, temperando quello che c’era di sovrabbondante nella linea, attenuando, ammorbidendo, digrossando...

Ho interrotto con un’impertinenza:

— Dio, quanti gerundi per un volo lirico! Non è niente di tutto questo, caro amico. La