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era stata la sua sola ragione di vivere. Anzi, per non vederla nemmeno coi propri occhi, la decadenza inevitabile, Virginia di Castiglione volle che tutti gli specchi della casa dove ella si murava viva, ormai, colla sola compagnia d'una fedele domestica devota e delle sconsolate sue nostalgie, venissero velati. E velati rimasero sino al suo ultimo giorno e mai più il volto divino, sul quale il tempo inesorabile andava segnando la sua impronta, riflettè la trama di rughe lievi che forse l'artifìzio avrebbe potuto celare ancora per parecchi anni agli occhi del pubblico se la contessa di Castiglione non avesse sempre sdegnato superbamente l'artifìcio — lo spegnersi lento e inavvertibile ma altrettanto ineluttabile della luce prodigiosa onde pareva materiata la sua carne — l'impallidire del fuoco dei suoi occhi stellati che avevano saputo riflettere mille anime.
La contessa di Castiglione aveva vissuto. Per nove lustri ancora si prolungò la sua esistenza e fu tutta un lungo, lento, triste vegetare sostenuto, dapprima, dai ricordi, mutato poi in malinconia profonda che a sua volta divenne infine mania.
Fin che non venne la morte.
Questo tramonto singolarissimo, d’una tra-